In una fredda serata del dicembre 2013, una di quelle in cui seduto sul divano con una tazza di tè (rigorosamente alla vaniglia perché fa molto natale), mentre “sfoglio il tablet” e ascolto in sottofondo una lista spotify blues, mi torna in mente un’immagine, dapprima confusa, con spazi, persone, libri, poi più chiara: scrivanie, divani, giovani, confronto, condivisione…in una parola: COWORKING. Mi ricordo, così, di un articolo che raccontava alcune esperienze londinesi a riguardo.
Come un merlo, l’idea ticchetta per giorni nella mia testa fin quando non butto giù (come spesso faccio) su carta, uno schizzo che tenti di evocare l’idea balenata. Ancora lo conservo quello schizzo…Da lì il percorso è stato breve: un primo confronto con il mio amico e socio di sempre Mario, approfondimenti, progettazione, ricerca di spazi, inizio dei lavori a gennaio ’15 e, infine, l’apertura.
Non voglio annoiarvi con la storia di come siamo arrivati fin qui e della pubblicazione on-line del sito, e portale, della community, ma voglio condividere l’esperienza e il percorso che ci hanno guidati fino alla sua creazione.
Man mano che l’idea prendeva piede e i confronti con colleghi, freelancer, startupper e amici innovatori del mondo digital diventavano serrati, mi rendevo conto che ognuno stava dando un contributo determinate al progetto; che l’intuizione iniziale si stava trasformando in qualcosa di più forte, una “proto – community”, una collaborazione di innovatori territoriali, un progetto open.
Ed è proprio “OPEN” la parola d’ordine.
Aperti nel metodo, ogni coworker ha la possibilità di proporre temi e seminari utilizzando gli spazi del coworking per condividere competenze, scoprire nuove conoscenze e stringere relazioni per allargare il proprio network.
Perché coworking?
Oggi la sharing-economy è in crescita, in particolare perché si basa sulla prima regola del marketing: intercettare un bisogno. La nostra generazione è stata una delle prime a vivere un cambiamento di paradigma: il passaggio dal concetto di possesso a quello di utilizzo. Molti beni e servizi non devono essere utilizzati con alta frequenza e, se consideriamo “l’attenzione economica” con cui operiamo scelte, comprendiamo perché lo “sharing” entra nel nostro vivere quotidiano. Per questo vedo così complementari i concetti OPEN e SHARING.
Questo binomio, però, impone un cambiamento di costumi, approccio e ovviamente responsabilità. Avere una struttura e un modello di lavoro “open” significa permettere a tutti di partecipare, senza definire gerarchie, nella condivisione di esperienze e valori, promuovere e divulgare conoscenze attraverso seminari, team coaching e workshop con esperti.
L’obiettivo è quello di consentire ai coworker di avere, anche, un percorso di crescita personale senza doversi allontanare centinaia di chilometri da quei territori, così pieni di stimoli e cultura, che gli hanno permesso di crescere con una marcia in più.
Chi siamo e dove stiamo andando.
Ecco che nel corso di quest’anno, in giro tra seminari, testimonianze e, non ultimo, per lavoro, tanti amici hanno partecipato alla definizione di questo progetto. Come ho detto prima, ogni contributo è stato fondamentale perché ha influenzato positivamente l’idea, generandone a sua volta una release – è d’obbligo la metafora informatica 😉 – in un continuo e iterativo processo di realizzazione –> feedback sui miglioramenti –> implementazione.coworking mentor
Un grazie va ai mentor, tutte persone che hanno dimostrato e stanno dimostrando di fare “fatti” nell’ecosistema dell’innovazione, subito pronti e disponibili a supportare, con le proprie esperienze e visione strategica, la community dei coworker che insieme stiamo sviluppando.
Grazie a tutto il team per i sacrifici e le nottate. Infine, grazie a chi, prima di tutti, è riuscita a trasformare l’immateriale idea di coworking in un bellissimo e confortevole spazio: la nostra Elena… capirete che non può non essere un architetto!
A chi ci rivolgiamo.
La community che stiamo aggregando è composta da giovani coworker, freelancer del mondo della comunicazione, del marketing, professionisti della digital economy e startupper, oltre a giovani professionisti che operano in settori “consolidati” (come ingegneri e architetti).
Al di là del settore e delle competenze, per far parte di questa community non serve altro che la voglia di vivere in modo stimolante la tua professionalità, condividere le tue competenze in spazi comodi e creativi ed essere consapevole che il coworker che ti siede a fianco può essere proprio la persona che stavi cercando per sviluppare e far crescere la tua attività, il tuo progetto o la tua idea imprenditoriale.
Francesco Serravalle